The old oak di Ken Loach

 

Solidarietà, Forza, Resistenza.

Liberté, Égalité, Fraternité.

Passano due secoli e le parole cambiano, la storia va avanti con accelerazioni impensabili e imprevedibili, e di fratellanza oggi si parla solo in qualche Chiesa, delle altre due neppure il ricordo.

Liberté, Égalité sono diventata pura utopia, con Solidarietà, Forza, Resistenza restiamo con i piedi per terra e sullo stendardo cucito dalle donne siriane portato in processione nel paesino della contea di Durham, Inghilterra del Nord Est, dicono quello che bisogna dire.

The old oak è l’unico pub del paese, T.J. Ballantyne il proprietario, l’ultima lettera dell’insegna pende da una parte, lui cerca con un bastone di raddrizzarla, quella resiste, poi si raddrizza, tempo qualche secondo, che T.J. rientri nel locale, quella ricade a testa in giù.

E’ la prima scena del film e, potenza delle metafore, dice tutto.

Loach è una vecchia quercia anche lui, e sa che anche le vecchie, grandi querce possono venire abbattute.

…Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell’aria, un pianto… d’una capinera
che cerca il nido che non troverà.

E la quercia abbattuta di Pascoli previde.

Il paese ha perso ogni risorsa economica, da quando sono state chiuse le miniere di carbone non c’è governo che abbia pensato a una qualsiasi riconversione, ci sono brandelli sociali che resistono solo per istinto di sopravvivenza e qualche pinta di birra fra chiacchiere di ordinario e becero qualunquismo.

Ma quando arrivano i profughi veri, quelli che “ vengono a rubare le nostre case, il nostro lavoro”, allora l’orgoglio nazionale torna a svettare e pure gli ubriaconi hanno la loro da dire.

TJ è di un’altra pasta, la vita l’ha massacrato abbastanza, ma ogni volta ha trovato la Forza.

Quella gliel’ha data la cagnetta che lo vuole come padrone e lo salva dal suicidio.

Solidarietà e Resistenza le rimetterà all’ordine del giorno con l’aiuto delle donne siriane, Jara in particolare, la ragazza con la macchina fotografica.

Il film è la summa dei temi pervicacemente, assiduamente, immancabilmente proposti da Loach con il suo cinema militante, un paletto nel cuore del sistema, di quelli con cui si ammazzavano i vampiri.

Ma i vampiri non muoiono del tutto e Loach lo sa, perciò a 88 anni ha deciso che The old oak sarà il suo ultimo film.

Nell’aria, un pianto… d’una capinera
che cerca il nido che non troverà.

Lo troveranno un nido quelle migliaia di profughi che, da Est e da Sud, “ assediano” il paese di Bengodi ? Bisogna crederlo, non sperarlo, la speranza non è una risorsa, confonde, illude.

Anche mentre lascia il set, anche ora che ha detto tutto e sente che sarebbe inutile ripeterlo come molti vorrebbero, anche in questo momento il buon Ken ci dice di non cedere, anche quando tutto sembra crollare e il nido è stato distrutto da motoseghe o bombe.

Restiamo, resistiamo.

The old oak

Regno Unito, Francia, Belgio 2023

Regia: Ken Loach

Cast: Col Tait, Chrissie Robinson, Jen Patterson, Joe Armstrong, Maxie Peters

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