Bella addormentata di Marco Bellocchio

Alla fine la questione si risolse e il contributo della Regione Friuli arrivò, se stiamo alla prima scritta che compare sullo schermo.Era il 3 gennaio di quest’anno e sulle colonne del Messaggero Veneto leggevamo increduli.

«Il Consiglio regionale del Friuli ha chiesto alla sua Regione di non dare contributi economici a “Bella addormentata” film ispirato alla storia di Eluana Englaro che sto per girare a Udine? È stato un “no” preventivo, ideologico. Ostacolare un film prima ancora che sia fatto mi sembra davvero poco democratico. Ma io e il produttore Riccardo Tozzi chiederemo ugualmente un finanziamento e ho fiducia che lo otterremo: il buon senso e la legge sono dalla nostra parte».

Ancora non c’è pace tra gli ulivi? Ancora guerre di religione? Pensavamo.

Ora che il film è in sala molti potranno tranquillizzarsi (sempre che vogliano farlo, dimostrando di aver sufficiente fede nella propria causa, dato che, a detta del Mahatma Gandhi, l’intolleranza tradisce la mancanza di fede nella propria causa.)

Constatare quanto sia vero quello che diceva Bellocchio quel giorno è facile, oggi:

In primo luogo, hanno pensato che fosse un film pro–eutanasia e anti–cattolico. Ma non è così: in Bella addormentata non lancio alcun messaggio. Io non entro nel merito di quella tragedia, non prendo una posizione: racconto solo una storia, anzi, delle storie. E qui scatta il secondo equivoco: Bella addormentata non è neanche un film “su” Eluana Englaro, perché non racconta la sua vicenda, non c’è il personaggio di Eluana, non c’è quello di suo padre. È un’opera di fantasia che, sullo sfondo del dramma di Eluana, racconta storie diverse, ispirate in diverso modo alla sua. Non vorrei rivelare troppi particolari in anticipo, ma posso dire che il film si gioca sul contrasto tra il dramma autentico di Eluana, una “Bella addormentata” di cui si sapeva, purtroppo, che non si sarebbe più risvegliata, e altre storie in cui c’è una bella che si può ancora risvegliare: e questa è la parte immaginata, inventata del film.

A parlare di belle addormentate hanno pensato in molti, il più celebre fu Perrault, e da allora è diventata una locuzione idiomatica, un modo di dire, una battuta, che può essere gentile, ironica, sarcastica, dipende dalle circostanze e dall’educazione.

Identifica uno status, clinico, o politico, o mentale.

Ora che tutti, chi più chi meno, sanno di che pasta è fatto il film e su quali storie è costruito, il cast, le scelte di montaggio, le intenzioni e le convinzioni di Bellocchio, ora forse se ne può parlare per quello che è, un film che trae dalla realtà, nella sua accezione più ampia, lo spunto di base, lo elabora al filtro della fantasia creatrice, la corrobora di scelte che attengono a quel preciso linguaggio che è il cinema e consegna al pubblico il risultato di uno sguardo, quello dell’autore.Al pubblico constatare quanto questo sguardo sia onesto, cioè coerente con la sua poetica, non viziato da ideologismi, non segnato da cadute di stile ed ispirazione.

Bella addormentata è innanzitutto un film onesto.

Poi è un film bello, accurato, capace di misura e stile, dice al suo pubblico quello che ha da dire con chiarezza e rispetto, porta sulla scena mondi reali e immaginari che il regista dosa con opportuna alchimia, nulla di inconcluso, inespresso o approssimato.

Sull’eutanasia si continuerà a far guerre di religione ancora per molto, non illudiamoci. Bellocchio rimane equidistante, di una equidistanza che nasce da rispetto e che noi dobbiamo rispettare.Possiamo anche, se vogliamo, capire, ma è esercizio sterile, l’artista deve scomparire nell’opera, e lui lo fa, con garbo, da signore qual è, con lo stile dell’intelligenza che guarda e soppesa. Ma lo fa anche con amore.

Ecco, a film finito, quello che resta è soprattutto questo:

“L’amore ci fa vedere le cose diversamente”

dice Alba/Maria al padre. E lo dice in una scena che non ha niente di retorico, nessun finale facile, le tre storie del film (più quella di Eluana, vera) non possono avere finali facili, né Bellocchio ce le lascia immaginare.

Però su quelle vite è passata una ventata d’amore, magari solo transeunte, chissà, e ha fatto la differenza. Per un attimo, come per Maria, forse per un po’ di tempo, come per la Rossa, finchè la macchina continuerà a pompare aria, come per Rosa, per sempre, come per Eluana.

 

Bella addormentata

Italia, 2012 durata 115

di Marco Bellocchio

con Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Isabelle Huppert, Gianmarco Tognazzi, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Roberto Herlitzka, Francesco Roder, Fabrice Scott