Chacun son cinéma
Anno Domini 2007, grande evento cinematografico.
Trentaquattro corti, tre minuti ciascuno, Chacun son cinéma ou Ce petit coup au coeur quand la lumière s’éteint et que le film commence , un film dedicato alla memoria di Federico Fellini, ma anche a Mastroianni, di cui torna più volte il ricordo, quella voce, inconfondibile, quegli occhiali da sole nella locandina di 8 e mezzo, quella dichiarazione d’amore che Angelopulos mette sulla bocca piena di rossetto nel viso antico e bellissimo di Jeanne Moreau in Trois Minutes.
Marcello è lì, seduto sul bordo del proscenio, guarda la sala vuota in silenzio, il pubblico è ormai uscito e una donna, dal fondo, gli dichiara il suo amore.Una frase di Jim Morrison in apertura prepara la strada alla visione di quanto sta per accadere:
“Si chiese perché vogliono fare qualcosa di grande prima di saper fare qualcosa di piccolo”
E cosa di più piccolo, al cinema, di un corto?
Nel 2007 Gilles Jacob volle festeggiare i 60 anni del Festival del cinema di Cannes sul tema del cinema, e trentatre registi di fama internazionale (più David Lynch non compreso nella versione cinematografica ma solo in DVD) lasciarono la loro firma, un brevissimo schizzo, come quelli degli artisti sui tovaglioli dei bistrots di St.Germain per pagare il conto, nella Parigi degli anni folli.
Coup de foudre per chi si lasci trascinare di sorpresa in sorpresa, un atto d’amore per il cinema, per chi lo fa e per chi lo vede e ama.
Esaurite le presentazioni d’obbligo bisognerebbe parlare del film … ma come?
Di trentatre film in uno, ogni fiore della corona ha la compiutezza che nulla perde nella vicinanza con l’altro, piuttosto ne trae altra luce.
Un tempo furono i compilatori bizantini a unire fra loro in sillogi poetiche brevi testi delle età precedenti, materiale diversissimo raccolto con raffinata scelta ed erudita eleganza fin dai tempi della Corona di Meleagro. Ora torna nel cinema la poetica del frammento, del testo breve, metricamente impeccabile e concluso. Bisognerebbe fermarsi a parlare di ognuno di essi, e poi cucire insieme una lunga storia, un secolo di cinema nel cinema.
Ci sono quei nomi che di passo in passo l’hanno costruito, impossibile fermarsi su uno senza pensare all’altro.Bisognerebbe scrivere trentaquattro recensioni, ma che senso avrebbe? Bisognerebbe solo vederlo.
Poesia visiva, piacere del senso e dell’intelligenza, “bianche viole della Musa” cantò Meleagro, gemme senza cadute, qualcuna senza voli, ma succede … chacun son cinéma.
Trois Minutes – Theo Angelopoulos
Recrudescence – Olivier Assayas
The Last Dating Show – Bille August
The Lady Bug – Jane Campion
47 Ans Après – Youssef Chahine
Zhanxiou Village – Chen Kaige
No Translation Needed – Michael Cimino
World Cinema – Ethan Coen e Joel Coen
At the Suicide of the Last Jew in the World in the Last Cinema in the World – David Cronenberg
Dans l’Obscurité – Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Rencontre Unique – Manoel de Oliveira
Cinéma d’Eté – Raymond Depardon
Artaud Double Bill – Atom Egoyan
Le Dibbouk de Haifa – Amos Gitai
Anna – Alejandro González Iñárritu
The Electric Princess House – Hou Hsiao-hsien
La Fonderie – Aki Kaurismäki
Where is my Romeo? – Abbas Kiarostami
One Fine Day – Takeshi Kitano
Dans le Noir – Andrei Konchalovsky
Cinéma de Boulevard – Claude Lelouch
Happy Ending – Ken Loach
Absurda – David Lynch
Diario di uno Spettatore – Nanni Moretti
Cinéma Erotique – Roman Polanski
Le Don – Raoul Ruiz
À 8944 km de Cannes – Walter Salles
Irtebak – Elia Suleiman
It’s a Dream – Tsai Ming-liang
First Kiss – Gus Van Sant
Occupations – Lars von Trier
War in Peace – Wim Wenders
I Travelled 9000 km To Give It To You – Wong Kar Wai
En Regardant le Film – Zhang Yimou
Chacun son cinéma
Francia, 2007 durata 110’
AA.VV.
con Josh Brolin, Grant Heslow, Emilie Duquenne, Jérémie Segard
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