DOVE VANNO LE NUVOLE di Massimo Ferrari

Quando soffia il vento del cambiamento c’è chi costruisce muri e chi mulini a vento

proverbio cinese

Attraversare l’Italia seguendo il cammino delle nuvole, da nord a sud e ritorno, dal Veneto alla Sicilia, da Riace a Treviso passando per Padova e Bologna.

Tappe di un cammino leggero, aereo, nel cielo, quello delle nuvole dall’alba al tramonto.

Duro, faticoso, troppo spesso doloroso sulla terra, quello dei migrantes, i nomadi del terzo millennio.

Massimo Ferrari, regista, firma con Gaia Capurso la sceneggiatura di un film-documento che trae alimento dalla vita quotidiana di paesi, piazze, case e centri di accoglienza che del “quotidiano” hanno conservato la semplicità affabile, ma dell’ “eccezionale” hanno i connotati più autentici.

Riace è il paesino dei bronzi di archeologica memoria, mirabili restituzioni di un mare che fu greco prima che italico.

Poi divenne terra di fuga dalla povertà del sud, le case vuote rimasero nel ricordo degli abitanti espatriati in America o chissà dove in cerca di fortuna.

Ora sono piene di genti venute anch’esse dal mare, ma da storie meno felici di quelle dei coloni greci.

Il sindaco di Riace ha riempito quelle case di persone nuove, molti sono giovani, hanno portato i loro saperi, le loro abilità artigiane, quel paese non è più abbandonato.

Un professore di Liceo di Treviso ha aperto la sua casa e unito alla sua vita di famiglia un gruppo di ragazzi sbarcati a Lampedusa.

Li ha portati ad interagire con il resto del mondo in modo naturale, la convivenza solidale con una vita quotidiana fatta di ritmi consueti, riunirsi intorno al tavolo per mangiare, cucinare, giocare in giardino, studiare e fare i compiti a casa, tutto ha insegnato a molti che l’unico colore è il colore dell’uomo, ed è lì che le diversità si annullano.

A Padova si anima di attività ed esperienze comunitarie la Casa dei Colori, a Bologna le piazze e le strade dimenticano il traffico, il grigiore dell’indifferenza, lo scorrere vuoto di una vita affannata davanti alle performances dei Cantieri Meticci, che trasformano in gesto artistico il vissuto personale, restituiscono al tempo la magica sospensione del “vedere”, il teàomai, teatro nel suo valore più antico, liturgia della città che celebra il suo senso del sacro.

Centinaia di fili si allungano, si stringono intorno ai corpi, legano gli uomini in un abbraccio, per le strade scorre un fiume colorato, mobile, vitale.

Dove Vanno le Nuvole è una storia fatta di tante storie, ci sono uomini che hanno deciso di fare, essere dentro la storia, lì dove c’è bisogno di loro.

Ci sono giovani, tanti, che grazie a loro hanno un presente e, forse, anche un futuro.

Certo hanno un sorriso, e non è poco.

DOVE VANNO LE NUVOLE

Italia, durata 114′

documentario di Massimo Ferrari

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