Una vita tranquilla di Claudio Cupellini

Due i temi da seguire in questo film di Cupellini, che ha guadagnato a Servillo il Marc’Aurelio d’oro a Roma come miglior attore.

Uno sociale, tutto italiano, ed è la camorra, i suoi traffici internazionali, il problema dello smaltimento rifiuti lungo l’asse Italia-Germania, con un regolamento di conti da eseguire a Wiesbaden per eliminare qualcuno che sta per impedire i lucrosi guadagni su cui prosperano le famiglie più potenti.

L’altro tema, che s’innesta sul primo e ne è inevitabilmente e dolorosamente condizionato, è più ramificato, è un orizzonte privato dentro il quale c’è il bisogno di riscatto, la fuga dal passato, la ricerca di una possibilità diversa di vita e la fatale impossibilità di tutto questo.

C’è una forma di determinismo tragico nella vicenda di Rosario, un Toni Servillo in tono minore, volutamente dimesso per una parte che lui stesso si è ritagliata come personaggio che deve far dimenticare di sé per poter ricominciare.

Conosciamo gradualmente la sua storia, per analessi successive, quando dei due giovani venuti nel suo bel locale in Germania cominciano a chiarirsi i ruoli e le identità.

Ciò che doveva accadere accade, le colpe dei padri ricadono sempre sui figli e Rosario non potrà che accettare fino in fondo questo destino.

I tempi cambiano, il suo esilio non lo porta a Colono, come l’antico Edipo, ma su un autobus di immigrati pendolari che vanno ogni giorno al lavoro.

Alle sue spalle un passato di errori fatali, come nascere in un posto maledetto, una scia di delitti, un riscatto assaporato per quindici anni in una terra straniera che l’ha accolto e onorato, una profezia che si compie.

L’eterno mito dell’uomo in lotta col destino.

E’ una chiave di lettura, una possibile, di un film senza dubbio ben confezionato, ma senza scatti particolari, non trascina e, per certi sviluppi della vicenda, sembra piuttosto scontato.

Di un Servillo dimesso, molto autentico nella sua doppia anima italo-tedesca, si può dire tutto il bene possibile, ma Le conseguenze dell’amore resta il suo film migliore

Una vita tranquilla

Italia, Germania, Francia, 2010, durata 105’

regia di Claudio Cupellini

con Toni Servillo, Marco D’Amore, Francesco Di Leva, Juliane Köhler, Leonardo Sprengler, Alice Dwyer, Maurizio Donadoni, Nick Dong-Sik, Joachim Kretzer, Daniel Roesner

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