Getting any? di Kitano Takeshi

Il buon Asao, ometto semplice, ha un’esigenza molto comune: fare sesso. Ma dove?

La macchina sembrerebbe una buona soluzione, il concessionario ha un buon campionario, fornisce prova gratuita dell’optional, ma con 200.000 yen non si va molto avanti, magari uno spyder funzionerebbe meglio, e allora vendiamo i reni del nonno e aumentiamo il budget. Niente da fare, Asao è il classico pollo da spennare e la macchina cade a pezzi appena comprata.

Forse su un Jumbo jet andrà meglio, in business class, le hostess si daranno da fare, e allora rapiniamo una banca per comprare il bilglietto. Macchè, l’esperimento non riesce. Fare l’attore? Sembra che le fans non aspettino altro che che farsi “impalmare” dai loro idoli! (non parliamo nemmeno del disastro che il nostro eroe combina a questo punto!). Mancano solo yakuza e scienziato pazzo (la particina è di Beat Takeshi) e così, in ordine successivo, arrivano anche quelli. Diventato finalmente uomo-mosca (il tema della metamorfosi non smetterà mai di affascinare il mondo dell’arte) Asao sarà finalmente annientato dentro una montagna di escrementi.

Kitano (immancabile e superlativo nell’opera di spiazzamento) ha dichiarato che questo film è uno dei suoi preferiti, peccato il budget limitato su cui ha dovuto contare. Poi, nell’agosto del ’94, dopo averlo girato, ha avuto il noto incidente di moto nel quale si è quasi distrutto.

Tout se tiens, come si dice, e quello che i critici avevano considerato un suicidio artistico, un film demenziale e inspiegabile dopo i capolavori precedenti, trova in quella folle corsa in moto una specie di epilogo, fortunatamente a lieto fine.

Ho fatto questo film per infangare il cinema giapponese, avevo voglia di mostrare la realtà di questo cinema. È veramente un pessimo film, che nessuno vuole vedere perché puzza. Il Giappone, che è uno dei paesi economicamente più potenti, rifiuta un film come questo“.

Protagonista di trasmissioni televisive ironiche e demenziali, Kitano sa come fare il verso a quel mondo, riproducendone il flusso senza soluzione di continuità, adottando la concatenazione logica del serial, che è come dire il naufragio della logica. Sarcasmo surreale, struttura frammentata e imbarazzante humour scatologico  sono gli stilemi preferiti, la parodia dei film erotici e di quelli su yakuza, samurai e mostri di gomma, i kaiju eiga tanto amati dai giapponesi, è scoperta, gag si affollano con plateale esibizione e spesso effetto esilarante notevole (anche se qualcuno afferma che Getting any? non fa ridere).

L’espediente tipico in Kitano, il brusco arresto del dinamismo dell’azione, è qui al servizio di una comicità che ribalta all’improvviso la sorgente della risata con un guizzo che sa di sberleffo rivolto al pubblico.

Dunque una satira in tempi in cui la satira è diventata un oggetto sconosciuto, da guardare con diffidenza e sussiego, o, al massimo, pretendendo di incalanarla con opportuni correttori.

Ma la satira se li scuote tutti di dosso mentre viaggia libera e irriverente.

Dipendenza dal sesso e consumismo, i falsi miti della società dell’immagine, la violenza che regola i rapporti tra le persone, la presuntuosa ignoranza che si ammanta di supponenza, nulla sfugge al poeta satirico.

Lo scienziato pazzo aiuta il protagonista a diventare invisibile, così potrà fare il guardone e soddisfare le sue incontenibili pulsioni libidiche.

Poteva essere inventata una metafora più calzante dell’homo televisivus nel ’94? Tempo qualche anno e sarebbe stato validamente integrato dall’ internauta compulsivo-ossessivo.

Giappone, 1994, durata 105’

titolo originale : Minnâ-yatteruka!

Giappone 1994 durata 108′

di Kitano Takeshi

con Ezawa Moeko, Akuryu, Hidari Tokie, Hino Yojin, Iizuka Minoru, Kitano Takeshi, Okada Masumi

musiche: Horiuchi Senji, Koike Hidehiko

_____________________

Le immagini presenti nell’articolo appartengono ai rispettivi proprietari e sono utilizzate al solo scopo di corredare il testo.